L'isola dei favolosi

La tua poesia preferita

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    quella che sapete a memoria qual è?

    la mia è


    la Cavallina storna di Pascoli

    anni fa ho visitato la casa di Pascoli :)


    La cavallina storna

    Nella Torre il silenzio era già alto.

    Sussurravano i pioppi del Rio Salto.

    I cavalli normanni alle lor poste

    frangean la biada con rumor di croste.

    Là in fondo la cavalla era, selvaggia,

    nata tra i pini su la salsa spiaggia;

    che nelle froge avea del mar gli spruzzi

    ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.

    Con su la greppia un gomito, da essa

    era mia madre; e le dicea sommessa:

    "O cavallina, cavallina storna,

    che portavi colui che non ritorna;

    tu capivi il suo cenno ed il suo detto!

    Egli ha lasciato un figlio giovinetto;

    il primo d'otto tra miei figli e figlie;

    e la sua mano non toccò mai briglie.

    Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,

    tu dài retta alla sua piccola mano.

    Tu ch'hai nel cuore la marina brulla,

    tu dài retta alla sua voce fanciulla".

    La cavalla volgea la scarna testa

    verso mia madre, che dicea più mesta:

    "O cavallina, cavallina storna,

    che portavi colui che non ritorna;

    lo so, lo so, che tu l'amavi forte!

    Con lui c'eri tu sola e la sua morte.

    O nata in selve tra l'ondate e il vento,

    tu tenesti nel cuore il tuo spavento;

    sentendo lasso nella bocca il morso,

    nel cuor veloce tu premesti il corso:

    adagio seguitasti la tua via,

    perché facesse in pace l'agonia..."

    La scarna lunga testa era daccanto

    al dolce viso di mia madre in pianto.

    "O cavallina, cavallina storna,

    che portavi colui che non ritorna;

    oh! due parole egli dové pur dire!

    E tu capisci, ma non sai ridire.

    Tu con le briglie sciolte tra le zampe,

    con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,

    con negli orecchi l'eco degli scoppi,

    seguitasti la via tra gli alti pioppi:

    lo riportavi tra il morir del sole,

    perché udissimo noi le sue parole".

    Stava attenta la lunga testa fiera.

    Mia madre l'abbracciò su la criniera

    "O cavallina, cavallina storna,

    portavi a casa sua chi non ritorna!

    a me, chi non ritornerà più mai!

    Tu fosti buona... Ma parlar non sai!

    Tu non sai, poverina; altri non osa.

    Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!

    Tu l'hai veduto l'uomo che l'uccise:

    esso t'è qui nelle pupille fise.

    Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.

    E tu fa cenno. Dio t'insegni, come".

    Ora, i cavalli non frangean la biada:

    dormian sognando il bianco della strada.

    La paglia non battean con l'unghie vuote:

    dormian sognando il rullo delle ruote.

    Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:

    disse un nome... Sonò alto un nitrito.



     
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  2. beautiful fairy
     
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    ma che bella...e la sai tutta a memoria???complimenti...
    io l'unica che mi ricordo a memoria è passero solitario di leopardi ma non è la mia preferita...la mia preferita è ...


    fanciulla snella e bruna


    fanciulla snella e bruna, il sole che fa la frutta,
    quello che riempie il grano, quello che piega le alghe,
    ha fatto il tuo corpo allegro, i tuoi occhi luminosi
    e la tua bocca che ha il sorriso dell'acqua.

    Un sole nero e ansioso si attorciglia alle matasse
    della tua nera chioma, quando allunghi le braccia.
    Tu giochi con il sole come un ruscello
    e lui ti lascia negli occhi due piccoli stagni scuri.

    fanciulla snella e bruna, nulla mi avvicina a te.
    Tutto da te mi allontana, come dal mezzogiorno ...
    Sei la delirante gioventù dell'ape,
    l'ebbrezza dell'onda, la forza della spiga.

    Eppure il mio corpo cupo ti cerca,
    e amo il tuo corpo allegro, la tua voce disinvolta e sottile.
    Farfalla bruna dolce e definitiva
    come il campo di grano e il sole, il papavero e l'acqua.

    Pablo Neruda
     
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    si si :si:
    la so tutta a memoria è molto drammatica ogni volta mi si stringe il cuore!!

    quella che piace a te è molto bella solare aperta un inno alla freschezza!! :fiori:
     
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    L'eletto

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    LA PIOGGIA NEL PINETO


    --------------------------------------------------------------------------------

    Taci. Su le soglie
    del bosco non odo
    parole che dici
    umane; ma odo
    parole più nuove
    che parlano gocciole e foglie
    lontane.
    Ascolta. Piove
    dalle nuvole sparse.
    Piove su le tamerici
    salmastre ed arse,
    piove su i pini
    scagliosi ed irti,
    piove su i mirti
    divini,
    su le ginestre fulgenti
    di fiori accolti,
    su i ginepri folti
    di coccole aulenti,
    piove su i nostri volti
    silvani,
    piove su le nostre mani
    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggieri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    t'illuse, che oggi m'illude,
    o Ermione.

    Odi? La pioggia cade
    su la solitaria
    verdura
    con un crepitío che dura
    e varia nell'aria
    secondo le fronde
    più rade, men rade.
    Ascolta. Risponde
    al pianto il canto
    delle cicale
    che il pianto australe
    non impaura,
    nè il ciel cinerino.
    E il pino
    ha un suono, e il mirto
    altro suono, e il ginepro
    altro ancóra, stromenti
    diversi
    sotto innumerevoli dita.
    E immersi
    noi siam nello spirto
    silvestre,
    d'arborea vita viventi;
    e il tuo volto ebro
    è molle di pioggia
    come una foglia,
    e le tue chiome
    auliscono come
    le chiare ginestre,
    o creatura terrestre
    che hai nome
    Ermione.

    Ascolta, ascolta. L'accordo
    delle aeree cicale
    a poco a poco
    più sordo
    si fa sotto il pianto
    che cresce;
    ma un canto vi si mesce
    più roco
    che di laggiù sale,
    dall'umida ombra remota.
    Più sordo e più fioco
    s'allenta, si spegne.
    Sola una nota
    ancor trema, si spegne,
    risorge, trema, si spegne.
    Non s'ode voce del mare.
    Or s'ode su tutta la fronda
    crosciare
    l'argentea pioggia
    che monda,
    il croscio che varia
    secondo la fronda
    più folta, men folta.
    Ascolta.
    La figlia dell'aria
    è muta; ma la figlia
    del limo lontana,
    la rana,
    canta nell'ombra più fonda,
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su le tue ciglia,
    Ermione.

    Piove su le tue ciglia nere
    sìche par tu pianga
    ma di piacere; non bianca
    ma quasi fatta virente,
    par da scorza tu esca.
    E tutta la vita è in noi fresca
    aulente,
    il cuor nel petto è come pesca
    intatta,
    tra le pàlpebre gli occhi
    son come polle tra l'erbe,
    i denti negli alvèoli
    con come mandorle acerbe.
    E andiam di fratta in fratta,
    or congiunti or disciolti
    (e il verde vigor rude
    ci allaccia i mallèoli
    c'intrica i ginocchi)
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su i nostri vólti
    silvani,
    piove su le nostre mani
    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggieri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    m'illuse, che oggi t'illude,
    o Ermione.


    E' la mia preferita, ma non la so a memoria tutta, però! :)
     
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  5. mat7721
     
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    Sonetto 121 di Shakespeare

    È meglio esser colpevole che tale esser stimato
    quando non essendolo si è accusati d'esserlo;
    e perso è ogni valor sincero perché creduto colpa
    non dal nostro sentire, ma dal giudizio d'altri.
    Perché mai dovrebbero gli occhi altrui adulteri
    considerar vizioso il mio amoroso sangue?
    Perché nelle mie voglie s'insinuan lascive spie
    che a parer lor condannano quel ch'io ritengo giusto?
    No, io sono quel che sono e chi mira
    ai miei errori, colpisce solo i propri;
    potrei esser io sincero e loro non dire il vero,
    non venga il mio agir pesato dal loro pensar corrotto;
    a men che non sostengano questo mal comune -
    l'umanità è malvagia e nel suo mal trionfa.


    Sto scoprendo i sonetti di Shakespeare e mi sembrano uno più bello dell'altro, sono duri, appassionati, sarcastici, sferzanti e che non ti lasciano mai indifferente...
     
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  6. cicciuzzabedda
     
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    Non sono un'appassionata di poesia ma questa mi e' rimasta nel cuore fin dalla prima volta che l'ho letta....

    Pianto antico

    L'albero a cui tendevi
    La pargoletta mano,
    Il verde melograno
    Da' bei vermigli fiori
    Nel muto orto solingo
    Rinverdì tutto or ora,
    E giugno lo ristora
    Di luce e di calor.
    Tu fior de la mia pianta
    Percossa e inaridita,
    Tu de l'inutil vita
    Estremo unico fior,
    Sei ne la terra fredda,
    Sei ne la terra negra;
    Né il sol piú ti rallegra
    Né ti risveglia amor.

     
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5 replies since 17/5/2006, 20:39   61 views
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