L'isola dei favolosi

Mestre, al duomo debuttano i fedeli 'buttafuori' contro rom molesti durante le messe

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    L'arciprete: "Decisione obbligata contro le continue vessazioni che siamo costretti a subire". I parrocchiani approvano. I 'Barbanera' accusati di un'insistenza eccessiva che in presenza di rifiuto dell'obolo sfocia spesso in atti ostili e minacce. L'assessore: iniziativa non è contro chi ha bisogno, ma contro gesti da associazione a delinquere
    VENEZIA - Nei giorni della nuova Chiesa povera di Francesco, a Mestre è partita oggi un'iniziativa che all'apparenza stride con lo spirito auspicato dal pontefice. Due 'buttafuori', reclutati tra fedeli volontari, si sono alternati davanti al Duomo di San Lorenzo per evitare che mendicanti si aggirassero tra i banchi a chiedere l'elemosina durante la messa.

    Sin dal primo mattino, a fare da 'guardia' è stato uno dei parrocchiani di lingua romena, proprio per cercare di instaurare un dialogo con i mendicanti più aggressivi, quasi tutti rom prevenienti dalla Romania, e invitarli, nella loro lingua, ad allontanarsi. Il debutto era annunciato e alla vista dei giornalisti il 'buttafuori' è sparito lasciando spazio al giovane sacrestano, Michael Sabba, occhio azzurro e fisico atletico.

    Nonostante la 'sorveglianza', una mendicante del gruppo dei 'barbanera', i rom che girano in città e ritenuti responsabili di minacce e atti di vandalismo, si è avvicinata allo stesso arciprete, monsignor Fausto Bonini, per chiedere insistentemente l'elemosina, mostrando una foto di bambini.

    L'iniziativa di filtrare l'accesso al duomo è piaciuta ai parrocchiani, molti dei quali hanno espresso a Bonini, fermo davanti al portone di ingresso, il loro appoggio. Una sola eccezione: un uomo è entrato in chiesa e durante la funzione delle 10 ha apostrofato il parroco gridando più volte "razzista", prima di essere allontanato.

    La scelta è stata a lungo ponderata ed è arrivata dopo le numerose segnalazioni dell'ultimo periodo circa l'invadenza dei mendicanti, a volte sfociata apertamente in atteggiamenti di ostilità e minaccia. "Il fai da te non lo condivido, ma è stata una scelta obbligata - ha spiegato ieri monsignor Bonini - . Il motivo - aggiunge mons. Bonini - sono le continue vessazioni che devono subire i fedeli ad opera di accattoni violenti che popolano i dintorni della città di Mestre. Ormai siamo invasi da questi 'barbanera' i quali sono diventati più violenti e ci chiedono il denaro che noi raccogliamo, minacciando ritorsioni se non glielo diamo. La situazione peggiora in continuazione, questa settimana uno di loro è entrato in chiesa e ha cominciato ad urlare interrompendo la funzione, una notte abbiamo trovato alcuni di loro ubriachi dentro la parrocchia. E il problema - sottolinea il parroco - non riguarda solo la chiesa: ora vanno anche per le case a chiedere denaro, con loro non c'è nessuna possibilità di dialogo".

    L'assessore Gianfranco Bettin si schiera dalla parte dell'arciprete, spiegando che la 'crociata' preventiva di don Fausto non è contro chi ha bisogno, ma contro chi farebbe parte di una "associazione per delinquere" che ha nella richiesta violenta di elemosine una delle sue forme. I cosiddetti 'Barbanera', mendicanti nomadi di etnia rom così chiamati per la barba lunga incolta dei maschi, negli ultimi mesi avrebbero 'colonizzato' intere aree del centro di Mestre e sono presenti in modo massiccio anche a Venezia, specie ai piedi dei ponti lungo le direttrici turistiche.

    I 'Barbanera' si dividono in 'villaggi' composti da nuclei familiari di alcune decine di persone che occupano spazi industriali abbandonati o aree sotto i cavalcavia tra Marghera e Mestre. Di prima mattina si danno appuntamento in luoghi strategici e dopo trattative, che spesso sfociano in alterchi, si spartiscono le zone dove andare a chiedere l'elemosina. Oltre ai portoni delle chiese, sono molto ambiti gli ingressi dei supermercati. La sera rientrano in ordine sparso nei 'villaggi', non prima di aver

    'saccheggiato' i cassonetti delle immondizie da quanto può essere loro utile.

    Il livello della tensione in città è salito dopo la denuncia di uomo al quale era stata 'strisciata' la carrozzeri dell'auto per ritorsione dopo il rifiuto di un obolo. Il Comune ha ordinato la rimozione di una delle tendopoli e domani il caso sarà oggetto di una riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza convocata dal prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia.

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