L'isola dei favolosi

Intolleranza al grano: verificare la diagnosi ma pane e pasta si possono mangiare

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    L'eletto

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    L'esperto sottolinea l'importanza dei test di accertamento e ricorda che con la cottura le proteine "galeotte" diventano inoffensive. Chiarimenti anche su possibili reazioni dell'organismo al filo di sutura ed al lattosio

    La diagnosi di intolleranza al grano
    Domanda
    - Mi è stata diagnosticata un'intolleranza al grano e il medico mi ha detto che posso mangiare tranquillamente alimenti contenenti farina di frumento in quanto sarebbe mais. In rete, invece, per frumento si intende il grano. Chi ha ragione?

    Risposta - Grano e frumento sono effettivamente sinonimi. Il problema è un altro. Se "l'intolleranza" è stata diagnosticata tramite un test di ricerca degli anticorpi che causano allergia (le IgE specifiche) si tratta probabilmente di un'allergia crociata con i pollini di graminacee. In questo caso i sintomi sono respiratori: raffreddore o asma respirando la farina (se lei di mestiere fa il panettiere o il pizzaiolo). Non ci sono, invece, in genere problemi assumendo farinacei con la dieta: con la cottura le proteine che causano allergia vengono rese inoffensive. Se, invece, la diagnosi di intolleranza è stata fatta con un test alternativo, in farmacia, erboristeria, ecc. o tramite il dosaggio di IgG specifiche non c'è da preoccuparsi: non si tratta né di allergia né di intolleranza, poiché questi test non sono attendibili. In entrambi i casi può mangiare pasta e pane senza problemi. Se assumendo farinacei lamenta gonfiore addominale o difficoltà digestive, la causa va ricercata nella qualità delle farine usate e nella corretta lievitazione. Quindi il problema sta nel cuoco.

    Intolleranza al filo di sutura
    Domanda
    - Recentemente sono stato operato per la rottura della cuffia della spalla destra e mi si è presentata un'intolleranza al filo di sutura Vicryl, con conseguente infezione. Le chiedo se ci sono dei test per stabilire altre
    intolleranze visto che mi è stato detto che in futuro questo filo non lo potrò al bisogno più usare (quello usato mi è stato tolto).

    Risposta - L'infezione batterica non è segno di intolleranza, ma solo della penetrazione di batteri nella ferita chirurgica con successiva moltiplicazione e possibile comparsa di suppurazione. La sutura Vicryl è di natura sintetica riassorbibile ed è costituita da un copolimero di glicolide e lattide, rivestito da acido glicolico, acido lattico e stearato di calcio. Per nessuna di queste sostanze è conosciuta allergia o intolleranza. Inoltre, il filo non contiene proteine del lattice naturale, che potrebbero dare allergia. In alcuni fili da sutura (Vicryl plus) potrebbe essere contenuto IRGACARE MP® o Triclosan, un agente antibatterico che potrebbe dare sensibilizzazione allergica da contatto.

    La sensibilizzazione a Triclosan può essere dimostrata con un test epicutaneo (Patch test) presso un ambulatorio dermatologico o allergologico che sia in possesso del reattivo (non è usato di routine): bisogna quindi informarsi prima di fare il test della disponibilità del reattivo. Se il test risultasse positivo, l'allergia va segnalata (ad esempio con un biglietto da tenere insieme alla tessera sanitaria). Se il test fosse invece negativo, si è trattato di una banale infezione postoperatoria e l'intolleranza non c'entra per nulla.

    Intolleranza al lattosio e terapia per ipotiroidismo
    Domanda
    - Ho 40 anni e ho problemi da ipotiroidismo da due anni. Sono in cura con levotiroxina, ma soffrendo anche di intolleranza al lattosio ho seri problemi di malassorbimento. Attraverso un articolo apparso su un quotidiano nelle settimane scorse, ho scoperto che esiste una formulazione in soluzione orale, disponibile se non sbaglio anche in versione monodose. A quanto dicono questa soluzione consentirebbe un migliore assorbimento, non causando quindi ulteriori problemi nei casi di intolleranza al lattosio. E' vero? E soprattutto di cosa si tratta nello specifico?

    Risposta - L'intolleranza al lattosio è causata dalla carenza di un enzima, la lattasi, che consente la digestione di questo zucchero. Se l'intolleranza al lattosio è stata diagnosticata con un test adeguato (Breath test) e l'assunzione del farmaco causa dopo pochi minuti diarrea o cospicuo gonfiore addominale, può farsi prescrivere, direi direttamente dall'endocrinologo che la segue un prodotto a base di lattasi (si tratta di compresse). L'assunzione di una compressa subito prima del farmaco dovrebbe risolvere il problema. L'endocrinologo potrà prescriverle eventualmente un farmaco per la tiroide alternativo a quello che le dà disturbo. In questi casi non è consigliabile il "fai da te".
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0 replies since 9/11/2012, 15:54   83 views
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