L'isola dei favolosi

BELLI E BRUTTI

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    Si può essere belli “come il Sole” o come “un Dio”, che poi sarebbe la stessa cosa perché Apollo, dio della bellezza, era anche il dio del sole.

    Un bambino solitamente è bello “come un angelo”, mentre una donna sorridente ed elegante è “bella come una sposa”, poiché si sa che nel giorno del matrimonio “tutte le spose sono belle”.

    Quando si è giovani si possiede “la bellezza dell’asino”, esilarante storpiatura del francese “la beauté de l’âge”, in cui “âge” (età) s’è tramutata in “âne” (asino). La saggezza popolare veneta ammonisce però che “co la belessa sola no se vive”; i genovesi più pratici dicono “bellessa no fa buggì a pugnatta” (non fa bollir la pentola).

    In più bisogna ricordarsi sempre che “la bellezza è come un fiore, che nasce e presto muore”; basarsi solo su quella nella vita può dar adito a delusioni, dato che “la bellezza ha belle foglie e frutti amari” e se non è unita ad altre doti, come la bontà e la saggezza, è “casa senz’uscio, nave senza vento, fonte senz’acqua, vino svanito”.

    Ma poiché “anche l’occhio vuole la sua parte” e in fondo “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”, investiamo annualmente milioni d’euro in prodotti di bellezza, seguendo il celebre detto di Helena Rubinstein “Non esistono donne brutte, ma solo donne pigre”, concetto rielaborato da Marcello Marchesi in: “Non ti buttar giù se non sei una bellezza, aiutati che Dior ti aiuta”.

    Il maggior investimento pare vada nelle tinture per capelli, soprattutto in quelle schiarenti, ed è un retaggio antico; il fatto di non esser bionda e di carnagione chiara (“a donna bianca bellezza non manca”; “occhio nero e capel biondo la più bella son del mondo”) nell’antichità era spesso argomento di consolazione e giustificazione: già nel Cantico dei Cantici (1,4) la protagonista afferma “sono bruna MA bella” e ancora oggi s’usa dire, riprendendo il titolo d’un vecchio film ormai divenuto proverbio, “gli uomini preferiscono le bionde MA sposano le brune”. E ciò è logico, dato che quasi tutte le bionde sono ex brune.

    Al contrario si può esser brutti come “il demonio, il peccato, la fame, un rospo, uno scorfano, una cozza, una strega”. Però se il nostro aspetto non è esteticamente dei migliori non dobbiamo preoccuparci; tutti sanno che le orecchie a sventola non fanno assomigliare a Dumbo ma sono “simbolo ‘intelligenza”, mentre per gli uomini l’esser totalmente calvi è indubbio “segno di virilità”.

    Di una femmina pelosa come una scimmia si dice “donna pelosa, donna virtuosa”; se ha i mustacchi “donna baffuta sempre piaciuta”; se è irrimedialmente brutta “ha dei begli occhi e vuol bene alla mamma” e se gli occhi sono storti si tratta di “strabismo di Venere”.

    Se una persona è piccina d’altezza “nella botte piccola ci sta il vino buono” e se ha le mani gelate come sogliole Findus “mani fredde, cuore caldo”.

    A questo proposito Pitigrilli così commentava: “Mano fredda, cuore caldo. Anche in francese si dice così; anche in russo, anche in arabo. Questo dimostra che l’imbecillità è universale”.

     
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