L'isola dei favolosi

Sposatevi di Giovedì

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    «Sposatevi di giovedì », le nozze a basso costo con gli sconti dei Comuni

    di Leonard Berberi
    Tags: cerimonia, comuni, low cost, matrimonio, sconti
    Le prime prenotazioni, dicono dal Comune, sono già arrivate. Così come le telefonate per avere informazioni. Una grande città, Genova, decide di tagliare le tariffe per sposarsi in municipio il fine settimana.

    E così, per promettersi amore eterno basteranno 165 euro, contro i 400 che – come minimo – vengono richiesti dall’amministrazione. L’iniziativa, che diventerà operativa da settembre e riguarderà il quarto sabato di ogni mese, cerca di risolvere due problemi. Il primo: come avere tutti i parenti e gli amici presenti. Il secondo: come pagare poco in tempo di crisi.

    Dopo gli abiti, gli addobbi e il pranzo nuziale low cost, dopo la luna di miele vicino casa o posticipata, dopo il matrimonio con lo sponsor, ecco il «sì» – in Comune – a prezzi «popolari». Una realtà che, secondo l’Istat, nel 2011 ha riguardato più di ottantamila coppie.

    Tariffario alla mano, nel capoluogo ligure il giorno più conveniente per sposarsi con rito civile è il giovedì: 25 euro la mattina, 67 nel pomeriggio. Prezzi modici, ma comunque in un giorno lavorativo. L’ambiente è la Sala Cerimonie di corso Torino. Fino ad agosto, per chi vuole sposarsi sabato o domenica, bisogna pagare molto di più: 400-430 euro per Palazzo Tursi, 1.130 euro per Villa Luxoro, 1.500 euro per il Palazzo Ducale. Il prezzo low cost – i 165 euro, appunto – il quarto sabato di ogni mese corrisponde al costo degli straordinari per il personale del Comune di Genova. Non un centesimo di più, assicurano da corso Torino. «Con questa iniziativa vogliamo andare incontro alle richieste dei cittadini che vogliono sposarsi il fine settimana senza dover sostenere costi troppo alti», spiega Elena Fiorini, assessore comunale alla Legalità e ai Diritti.

    Per chi sceglie il matrimonio con rito civile il tariffario, in Italia, varia da città a città. L’amministrazione locale decide strutture e prezzi. In molto casi prevede cifre differenti per coppie residenti e non. In generale, il giorno più conveniente è il giovedì mattina (si va dal gratuito a un massimo di 200 euro) e negli orari di servizio. Al di fuori le spese decollano. Un’autonomia, questa dei Comuni, che a volte produce risultati particolari. Come nel caso di Belluno: dirsi «sì» nella piazza Duomo della città veneta – fa notare il Corriere delle Alpi – costa di più (200-350 euro) che scambiarsi gli anelli nell’affascinante Cortina d’Ampezzo (150-250 euro).

    E nel resto del Paese? Torino mette a disposizione due sedi gratuite lunedì, giovedì e sabato mattina. A Sanremo Villa Zirio non costa nulla nella prima parte di giovedì. Mentre con 130 euro la stessa sede si può avere il secondo sabato del mese. A Milano Palazzo Reale, alla destra del Duomo, è gratis per i residenti il lunedì, martedì, giovedì e venerdì (dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 15.30). Ma se la coppia di fidanzati viene da fuori il costo schizza a 500 euro. Per chi vuole sposarsi il sabato mattina il costo è di 96 euro. Più giù, a Ferrara, ai futuri moglie e marito viene chiesto di sborsare almeno 80 euro, mentre per non pagare nulla a Firenze - nella Sala Rossa di Palazzo Vecchio – basta recarsi in orario di servizio. L’importante è non sbagliare nome. Perché nella stessa struttura c’è il Salone de’ Cinquecento. Costo: 5.000 euro.

    Nella Capitale per il rito civile i romani devono pagare 150 euro. Ma ai non residenti ne vengono chiesti 1.200 (dal lunedì al venerdì) e 1.400 il fine settimana. Nessuna differenza di prezzo per Capri: l’ufficio di stato civile è gratis dal lunedì al venerdì per residenti e non. Al di fuori degli orari di servizio le tariffe vanno da un minimo di 70 euro (per fidanzati con casa nell’isola) a 170 (non residenti). A Palermo, il «sì» è gratuito il venerdì, dalle 9 a mezzogiorno. Se si sceglie il sabato servono 400 (la mattina) o 500 euro (il pomeriggio).

    E insomma, per giurare fedeltà eterna e pagare poco o niente, bisogna prendere carta e penna, scegliere la data e il luogo meno costosi quindi incastrare il tutto con gli impegni di parenti e amici. Poi, ovvio, l’avventura è solo agli inizi. E se proprio dovesse andare male, c’è sempre il divorzio low cost. Ma questa, per dirla con qualcuno, è un’altra storia." style="margin: -20px 0px 0px -20px; padding: 0px; border: 0px; outline: 0px; font-style: inherit; font-family: inherit; vertical-align: baseline; display: inline; height: 26px; width: 26px; position: absolute;">«Sposatevi di giovedì », le nozze a basso costo con gli sconti dei Comuni
    di 
    Tags: comunimatrimonio<div class="contenuto_articolo" style="margin: 0px; padding: 0px; border: 0px; outline: 0px; font-size: 14px; font-family: Georgia, Palatino, serif; vertical-align: baseline; color: rgb(120, 122, 122); line-height: 21px;">

    Le prime prenotazioni, dicono dal Comune, sono già arrivate. Così come le telefonate per avere informazioni. Una grande città, Genova, decide di tagliare le tariffe per sposarsi in municipio il fine settimana.

    E così, per promettersi amore eterno basteranno 165 euro, contro i 400 che – come minimo – vengono richiesti dall’amministrazione. L’iniziativa, che diventerà operativa da settembre e riguarderà il quarto sabato di ogni mese, cerca di risolvere due problemi. Il primo: come avere tutti i parenti e gli amici presenti. Il secondo: come pagare poco in tempo di crisi.

    Dopo gli abiti, gli addobbi e il pranzo nuziale low cost, dopo la luna di miele vicino casa o posticipata, dopo il matrimonio con lo sponsor, ecco il «sì» – in Comune – a prezzi «popolari». Una realtà che, secondo l’Istat, nel 2011 ha riguardato più di ottantamila coppie.

    <span id="more-14750" style="margin: 0px; padding: 0px; border: 0px; outline: 0px; font-style: inherit; font-family: inherit; vertical-align: baseline;">Tariffario alla mano, nel capoluogo ligure il giorno più conveniente per sposarsi con rito civile è il giovedì: 25 euro la mattina, 67 nel pomeriggio. Prezzi modici, ma comunque in un giorno lavorativo. L’ambiente è la Sala Cerimonie di corso Torino. Fino ad agosto, per chi vuole sposarsi sabato o domenica, bisogna pagare molto di più: 400-430 euro per Palazzo Tursi, 1.130 euro per Villa Luxoro, 1.500 euro per il Palazzo Ducale. Il prezzo low cost – i 165 euro, appunto – il quarto sabato di ogni mese corrisponde al costo degli straordinari per il personale del Comune di Genova. Non un centesimo di più, assicurano da corso Torino. «Con questa iniziativa vogliamo andare incontro alle richieste dei cittadini che vogliono sposarsi il fine settimana senza dover sostenere costi troppo alti», spiega Elena Fiorini, assessore comunale alla Legalità e ai Diritti.

    Per chi sceglie il matrimonio con rito civile il tariffario, in Italia, varia da città a città. L’amministrazione locale decide strutture e prezzi. In molto casi prevede cifre differenti per coppie residenti e non. In generale, il giorno più conveniente è il giovedì mattina (si va dal gratuito a un massimo di 200 euro) e negli orari di servizio. Al di fuori le spese decollano. Un’autonomia, questa dei Comuni, che a volte produce risultati particolari. Come nel caso di Belluno: dirsi «sì» nella piazza Duomo della città veneta – fa notare il Corriere delle Alpi – costa di più (200-350 euro) che scambiarsi gli anelli nell’affascinante Cortina d’Ampezzo (150-250 euro).

    E nel resto del Paese? Torino mette a disposizione due sedi gratuite lunedì, giovedì e sabato mattina. A Sanremo Villa Zirio non costa nulla nella prima parte di giovedì. Mentre con 130 euro la stessa sede si può avere il secondo sabato del mese. A Milano Palazzo Reale, alla destra del Duomo, è gratis per i residenti il lunedì, martedì, giovedì e venerdì (dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 15.30). Ma se la coppia di fidanzati viene da fuori il costo schizza a 500 euro. Per chi vuole sposarsi il sabato mattina il costo è di 96 euro. Più giù, a Ferrara, ai futuri moglie e marito viene chiesto di sborsare almeno 80 euro, mentre per non pagare nulla a Firenze - nella Sala Rossa di Palazzo Vecchio – basta recarsi in orario di servizio. L’importante è non sbagliare nome. Perché nella stessa struttura c’è il Salone de’ Cinquecento. Costo: 5.000 euro.

    Nella Capitale per il rito civile i romani devono pagare 150 euro. Ma ai non residenti ne vengono chiesti 1.200 (dal lunedì al venerdì) e 1.400 il fine settimana. Nessuna differenza di prezzo per Capri: l’ufficio di stato civile è gratis dal lunedì al venerdì per residenti e non. Al di fuori degli orari di servizio le tariffe vanno da un minimo di 70 euro (per fidanzati con casa nell’isola) a 170 (non residenti). A Palermo, il «sì» è gratuito il venerdì, dalle 9 a mezzogiorno. Se si sceglie il sabato servono 400 (la mattina) o 500 euro (il pomeriggio).

    <p style="margin: 0px 0px 1em; padding: 0px; border: 0px; outline: 0px; font-style: inherit; vertical-align: baseline;">E insomma, per giurare fedeltà eterna e pagare poco o niente, bisogna prendere carta e penna, scegliere la data e il luogo meno costosi quindi incastrare il tutto con gli impegni di parenti e amici. Poi, ovvio, l’avventura è solo agli inizi. E se proprio dovesse andare male, c’è sempre il divorzio low cost. Ma questa, per dirla con qualcuno, è un’altra storia.
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