L'isola dei favolosi

Dentisti troppo cari. Tra ponti, corone e impianti, ecco quanto costano i sorrisi degli italiani

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    Un'inchiesta di Altroconsumo ha confrontato i prezzi in 145 studi di 6 città italiane. Per una stessa prestazione a Bologna e Milano si può arrivare a pagare fino al 20% in più rispetto a Napoli, città con meno cara. Ecco nel dettaglio cosa è emerso

    Cure odontoiatriche e portafoglio, un binomio che, soprattutto in tempi di crisi, non funziona più come prima. Non che negli anni precedenti dello stallo economico le tariffe dei dentisti fossero meno care, ma mai come in questi tempi dai loro studi si gira ben volentieri alla larga, tenendosi a volte un dente rotto o addirittura il dolore. Secondo un'inchiesta dell’associazione a tutela dei consumatori Altroconsumo, nel 2011 solo il 51 per cento degli intervistati ha fatto una visita di controllo in un anno (dati al 2011) e solo il 36 per cento procede ad una pulizia dei denti almeno una volta all'anno. Una situazione complicata poi anche da ragioni di tipo fiscale: al momento, infatti, dal proprio reddito si può detrarre solo il 19 per cento della spesa totale (oltre la franchigia di 129,11 euro).

    Tra l'altro il ricorso alla poltrona di uno dei più di 40mila studi o di una delle catene dentistiche sempre più frequenti nelle città italiane è una scelta obbligata perché in Italia le cure odontoiatriche sono coperte solo parzialmente dal servizio pubblico per i bambini fino ai 14 anni, per alcune categorie di persone particolarmente svantaggiate e per le urgenze. Così, per cercare di mettere a fuoco la questione, lo scorso dicembre Altroconsumo ha confrontato i prezzi medi delle sette prestazioni più frequenti richieste dagli italiani (prima visita, pulizia dei denti, otturazione, devitalizzazione, corona, ponte e impianto) in 145 studi di 6 città italiane (Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna, Bari) sia studi tradizionali che altri due modelli diversi di dentista: cliniche universitarie e catene in franchising (i cosiddetti "dentisti low-cost").
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    IL DETTAGLIO DELLE TARIFFE ODONTOIATRICHE CITTÀ PER CITTÀ. Per una pulizia dei denti i prezzi sono molto variabili. C'è chi se la fa pagare 50 euro e chi chiede il triplo. Una seduta di igiene orale costa di più a Milano e Bologna (in media 95 euro), meno a Napoli (75 euro in media). Il 46 per cento dei dentisti della nostra inchiesta, per devitalizzare un dente chiede un compenso tra 250 e 350 euro. Ma c'è una grande variabilità delle tariffe: si va da un minimo di 150 a un massimo di 650 euro (a Bologna, il quadruplo. Per un ponte a tre elementi, in media nelle sei città dell’inchiesta non si va sotto i 2.082 euro. I dentisti di Napoli si fanno pagare meno (in media 1.767 euro) mentre Bologna e Milano sono le più care con circa 2.350 euro.

    PER I LAVORI SEMPLICEI MEGLIO LE CATENE IN FRANCHISING. Confrontando i prezzi delle stesse prestazioni negli studi privati con quelli delle catene in franchising emerge una certa convenienza, ma solo per lavori piccoli. La prima visita nei centri è sempre gratuita, come solo nel 61 per cento degli studi tradizionali. In questi ultimi, quando la prima visita è a pagamento, si sborsano in media 71 euro. Le tariffe sono in media agevoli per la pulizia dei denti (42 euro di media contro gli 86 degli studi privati), l'otturazione (le catene fanno pagare in media 87 euro, mentre gli studi privati 124) e la devitalizzazione (185 euro rispetto ai 277 degli studi odontoiatrici). Per i lavori più complessi, infatti, i prezzi si avvicinano a quelli degli studi privati.

    LE CLINICHE UNIVERSITARIE SONO IN MEDIA UN PO' PIÙ CARE. Secondo l'inchiesta di altro consumo, alcuni ospedali pubblici offrono un servizio di odontoiatria in regime di privato, quindi a pagamento, che non punta sul prezzo, ma sulla qualità, per questo, infatti, i costi sono in media più alti di quelli rilevati negli studi privati. In genere la prima visita nell'ospedale si paga sempre, mentre negli studi e nelle catene spesso è gratuita, e per le altre prestazioni i prezzi sono in linea con quelli degli studi odontoiatrici privati inclusi nell’inchiesta.

    LA QUESTIONE DELL'ASSISTENZA ODONTOIATRICA. Altroconsumo fa notare inoltre che dal 2001 lo Stato ha limitato l'assistenza odontoiatrica alle fasce più deboli della popolazione, lasciando alle regioni la realizzazione dei Livelli minimi d'assistenza (Lea). Dopo dodici anni l'Italia vede Regioni che impegnano proprie risorse per garantire prestazioni più ampie, come ad esempio in Friuli Venezia Giulia dove gli ospedali Riuniti di Trieste garantiscono a tutti i cittadini diverse cure dentali in regime di Ssn, ed altre dove si fa fatica a garantire il minimo. Una politica di assistenza sanitaria che andrebbe rivista in toto. Nel frattempo Altroconsumo consiglia di contattare la Asl di riferimento per capire come funzioni per ciascuno nella propria regione, a quali prestazioni poter accedere e a quali costi.

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