L'isola dei favolosi

Quello che non sappiamo sui nostri figli

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    Un romanzo commovente, che affronta il tema delicato del bullismo. Catherine Dunne racconta "Quel che ora sappiamo", il suo nuovo romanzo edito da Guanda


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    Il titolo del mio nuovo romanzo in inglese è "The things we know now" e questa è prima volta che un romanzo scritto da me riceve una traduzione diretta e immediata del titolo in italiano, "Quel che ora sappiamo".
    Come accade per molte delle storie che racconto nella mia narrativa, all'inizio c'è una visione, un'immagine molto forte, che nel libro riguarda un ragazzino che corre velocemente in bicicletta verso casa. Si capisce che è attanagliato da qualche cosa, che è disperato.
    Capisco fin da subito, da quando mi appare questa visione, che sta per accadere qualche cosa di distruttivo, però - come sempre mi accade - devo iniziare a scrivere per scoprire effettivamente che cosa accadrà.
    E scopro così la figura di Daniel, adolescente intorno a cui ruotano le figure della madre, del padre e di tre sorellastre: lui è il figlio unico di un secondo matrimonio e ha anche tre sorellastre che il padre ha avuto dal primo matrimonio.
    Io inizio a scrivere il romanzo dal punto di vista di Ella, la madre. È lei che mi racconta che cosa sta accadendo in quella famiglia, perché questo ragazzino è così stressato, mi racconta la storia che si cela dietro questa immagine iniziale.
    Scopro piano piano l'infanzia del ragazzino, i suoi primi passi, il rapporto che ha con le sue sorellastre; ma a un certo punto mi rendo conto che la voce di Ella mi è diventata un po' troppo familiare, conosciuta. Mi rendo conto che ho bisogno di una prospettiva diversa: è in quel momento che la voce di Patrick, il padre, che prima avevo solo sentito di passaggio, diventa preponderante.
    Inizio a raccontare dal punto di vista di Patrick ed è lì che il mio romanzo prende un'altra direzione e in un certo senso decolla.
    Ora non voglio rivelare molto di più quello che accade, per non rovinare la sorpresa! L'aspetto più importante del romanzo sono proprio le cose che noi non sappiamo, come dice il titolo.
    Quello che non sappiamo sui nostri figli adolescenti, sulle difficoltà che hanno di comunicare determinate cose o determinati problemi.
    Questo è il perno su cui ruota la mia storia. E' una storia che racconta che cosa succede quando i genitori scoprono le cose che non sapevano e che avrebbero dovuto sapere.
    È anche una storia delle amicizie di Daniel, di quanto le amicizie a quell'età a volte possano essere più importanti rispetto ai rapporti famigliari. È anche la storia di un teenager diverso, più sensibile degli altri, dotato di talento artistico, che rifiuta di scendere a compromessi con la realtà.
    E è una storia che racconta come a volte, nell'ambito della società o anche nelle scuole, essere diverso possa generare dei problemi.

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