L'isola dei favolosi

Favola : Buio, il coniglietto nero

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    BUIO, CONIGLIETTO NERO

    E’ una bella mattina di primavera, il sole è caldo e le farfalle dalle ali di seta
    volano nell’aria tiepida. Nella sua tana nel tronco cavo di un albero, Lilli la
    Coniglia ha appena dato alla luce cinque coniglietti.
    Li lecca dolcemente uno ad uno e li tiene sotto la sua pelliccia morbida.
    Sono cinque fagottini con gli occhi chiusi ma già vivaci. Mentre i fratellini
    succhiano il latte dalla mamma, uno di loro annusa l’aria muovendo
    velocemente il nasino.

    “Mamma, non ci vedo!”.
    “E’ vero – risponde Lilli – tutti i conigli nascono ciechi e nudi. Tra qualche
    giorno ci vedrete, vi crescerà il pelo e potrete andare a giocare tra i prati”.

    “Che bello! Ma io sento un leggero rumore, e l’aria che si sposta
    dolcemente…”

    La mamma alzò gli occhi: “E’ una farfalla che vola proprio davanti all’ingresso
    di casa!” - si stupì.

    I giorni passarono e i coniglietti aprirono gli occhi. Avevano tutti la loro
    pelliccetta soffice, bianca e marrone, tranne uno che era tutto nero.
    “Mamma possiamo uscire a correre sul prato, adesso?”
    “Va bene” rispose la mamma.
    Soltanto il coniglietto nero rimaneva fermo sulla soglia del tronco cavo.
    “Mamma…non ci vedo!”

    Lilli capì allora che quel suo cucciolino sarebbe rimasto cieco per sempre.

    I fratellini lo prendevano in giro “ Sei tutto nero, come la notte, e anche i tuoi
    occhi restano al buio! Buio! Buio! Ti chiameremo Buio!”.

    E così il coniglietto Buio restava vicino alla mamma mentre i suoi fratellini
    correvano per i prati tra le farfalle ed i fiori colorati. Lilli non si fidava ad
    allontanarlo perché non poteva vedere i pericoli.

    Ma Buio era coraggioso ed ogni giorno faceva qualche passo in più, lontano
    dalla madre.
    Sentiva l’erba fresca e soffice sotto le zampette, annusava l’aria intorno a sé
    e teneva le orecchie sempre belle dritte. Si accorse ben presto che poteva
    udire il battito d’ali delle farfalle e gli insetti che camminavano veloci nell’erba.
    Annusava i fiori e ne indovinava i colori. Il calore del sole sul suo pelo nero
    gli faceva sapere quando era mattina, sera e ora di pranzo.
    Poteva distinguere i fratellini e le sorelline dal loro odore. Sapeva quali erano
    le foglie più gustose.

    La mamma gli disse “Forse non servono gli occhi per vedere” e Buio si sentì
    molto felice.

    I fratellini però non lo facevano giocare con loro. “Potremmo andargli addosso
    e farlo cadere! E poi non riesce a correre, e si ferma sempre ad annusare e
    ad ascoltare tutto!”

    Buio stava sdraiato sul tronco ruvido a godersi il calore del sole. La mamma
    metteva in ordine la tana preparando la paglia secca, il fieno profumato e le
    foglie di acero rosso morbide morbide, per dormire comodamente.

    I coniglietti giocavano ad inseguirsi sul prato, al limitare del bosco.
    Troppo lontano, pensò Buio.
    Ma loro potevano vedere i pericoli…

    A un certo punto le sue orecchie percepirono qualcosa.
    Un suono strano, che Buio non aveva mai udito. Non il volo delle farfalle, la
    voce delle formiche, lo strisciare del bruco, no… era una specie di musica,
    una vibrazione.

    “Attenti, attenti, tornate indietro! Presto, presto! Mamma, aiuto!”

    La mamma uscì, fiutò l’aria. “Cosa c’è piccolo mio?”

    “Qualcosa di strano, qualcosa di brutto, là dai fratellini! Corri a fermarli,
    mamma, devono tornare indietro!”. La mamma richiamò i fratellini, che
    tornarono di corsa, impauriti.

    Poi, tutti insieme, guidati da Buio, andarono al limitare del bosco, lentamente.
    Eccola lì, la grande tagliola dei bracconieri, la trappola per conigli …
    Buio aveva udito la musica del vento che passava tra i cavi metallici e i denti
    aguzzi di quell’oggetto infernale.

    Quando il sole fu tramontato, la mamma preparò una cena squisita per
    festeggiare: germogli di trifoglio e budino di carota selvatica!
    “ Evviva Buio, grazie Buio, tu ci hai salvati! Domani giocheremo a nascondino
    e tu ci insegnerai i trucchi per trovare le cose.”

    Poi, tutti quanti strofinarono i musetti contro quello di Buio.
    “ E’ proprio vero – sussurrò la mamma prima di addormentarsi, dandogli una
    leccatina – non servono gli occhi per vederci bene”.


    Rossana Girotto






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0 replies since 9/10/2012, 21:31   113 views
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