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Una decina di anni fa, in una scuola media di Palermo. Un mio compagno, dal carattere irrequieto, comincia a prendere a parolacce l’insegnante di Educazione Tecnica. Questo si arrabbia e gli lancia contro il registro delle presenze.
Il ragazzino, vinto nell’orgoglio, chiama i genitori che accorrono in classe. Una volta che il professore racconta l’accaduto, la madre ‘dà il resto’ al proprio figlio…
la professoressa Giuseppina Valido – adesso in pensione – è stata condannata a 15 giorni di carcere per avere punito un proprio alunno, reo di avere impedito ad un altro ragazzino di entrare nel bagno dei maschi: “Tu non puoi entrare qui, sei gay, sei una femminuccia“, avrebbe detto lo studente.
La professoressa, messa a conoscenza del fatto, per punizione, ha costretto il ragazzo a scrivere su un quaderno per 100 volte: “Sono un deficiente“. Cosa che non è affatto piaciuta al genitore dello studente che ha querelato l’insegnante e ieri la Cassazione ha messo la parola fine a questa vicenda, condannando la maestra.
qui l'articolo completo
Si pretende di insegnare l'educazione a dei ragazzi, che spesso non la ricevano dalle famiglie, ma anche genitori che pretendono di educare dei figli con quella cultura buonista e falsamente anti-autoritaria, in voga oggi. Abbiamo insegnanti denunciati per aver imposto un castigo a un futuro e potenziale teppista. Punire a scuola con qualche compito in più non è lecito?
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