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Anita Ekberg è indigente. Povera e sola, chiede aiuto alla Fondazione Fellini per uscire dalla sua triste situazione.
Ricordate la Ekberg sensuale e bellissima nel film La dolce vita (1960) di Federico Fellini, quando piena di vita si immergeva nella gelida Fontana di Trevi e ammaliava Marcello Mastroianni? Bene, scordatevela. Ormai la Ekberg ha 80 anni e i tempi in cui era desiderata da tutti gli uomini sono ormai lontani: ormai Anita è una donna distrutta dalle traversie della vita, vive addirittura in una casa di cura dalle parti dei Castelli Romani. Non può camminare, a causa delle complicanze di una brutta frattura al femore e non è neanche più autonoma.
Difficile immaginare la romantica Anita Ekberg ridotta in questo stato, ma non è certo la prima attrice che sul viale del tramonto si ritrova in condizioni di estrema povertà: una sorte simile era toccata qualche tempo fa a Laura Antonelli, qui addirittura Lino Banfi era corso in suo soccorso.
A causa dell’estrema povertà in cui Anita Ekberg versa, l’attrice, tramite l’ausilio del suo commercialista, Massimo Morais, ha spedito una lettera alla Fondazione Federico Fellini di Rimini, proprio per chiedere aiuto: la sua situazione è resa più che mai disperata da un furto di mobili e gioielli che l’ha privata dei mezzi di sostentamento, mentre persino la sua casa richiede un restauro che però non può assolutamente permettersi.
Per complicare ulteriormente la situazione, Anita Ekberg è assolutamente sola al mondo, non ha parenti che la possano aiutare, quindi la sua ultima speranza è proprio la Fondazione Fellini. Come dire, dalla padella nella brace, visto che la medesima Fondazione sta soffrendo di un drastico calo nelle sue entrate.
Veramente un triste destino quello di Anita Ekberg, pensare che in gioventù era stata Miss Svezia, aveva vinto un Golden Globe come miglior attrice emergente nel film Hollywood o morte! diretto da Frank Tashlin, la sua scena ne La Dolce Vita è diventato un cult. Ma a quanto pare tutto questo non è bastato, chi aiuterà ora Anita Ekberg?
Se a questo si aggiunge che è sola al mondo e senza alcun parente che possa prendersi cura di lei, si può capire che la Fondazione sia stata considerata da lei come suo ultimo faro di speranza, faro che però, sfortunatamente, deve a sua volta fare i conti con le scarse finanze a disposizione.
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