L'isola dei favolosi

I misteri delle piante carnivore

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    I MISTERI ANCORA DA SVELARE DELLE PIANTE CARNIVORE : COME CATTURANO E DIGERISCONO LE LORO PREDE

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    La "Venere acchiappa mosche" (Dionaea Muscipula) è una delle piante più particolari del regno vegetale, e forse la più nota pianta carnivora del mondo. Detiene un vero e proprio record di velocità, considerando il ritmo che normalmente gli esseri vegetali seguono durante le loro attività quotidiane.

    Se infatti la Cornus canadensis detiene il record dell'azione più veloce da parte di un essere vegetale (emette spore con un'accelerazione 800 volte superiore a quella dello Space Shuttle), la Dionaea Muscipula riesce a chiudere le sue foglie nel giro di un decimo di secondo.


    Come la Venere acchiappamosche possa farlo, tuttavia, non è stato completamente chiarito. Sappiamo che la trappola agisce sfruttando il fenomeno del tigmotropismo, una risposta quasi automatica che si mette in azione dopo aver percepito uno stimolo tattile, ma non conosciamo ancora nel dettaglio come questa pianta possa chiudere così velocemente le sue foglie.

    La Dionaea Muscipula è probabilmente diventata carnivora per via del terreno povero di nutrienti in cui vive. E catturare un insetto può diventare un'impresa ardua se non si dispone di riflessi fulminei.

    Come spiega Rainer Hedrich, biofisico della University Wuerzburg che ha studiato il meccanismo ormonale di questa pianta, la Dionaea Muscipula attrae un insetto tra le sue foglie facendo credere alla preda di essere un fiore come tutti gli altri.

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    Ogni foglia dispone di 3-4 sporgenze di quasi mezzo centimetro che funzionano come sistema d'innesco della trappola: quando un insetto tocca due o più barbigli, la trappola viene azionata e le foglie si chiudono velocemente per bloccare la preda.

    Il meccanismo della trappola è decisamente sofisticato: un insetto, per poter innescare il sistema di chiusura delle foglie, deve toccare almeno due sensori tattili entro 20 secondi.

    Il primo tocco aziona un segnale elettrico che viaggia lungo tutta la trappola, e che viene immagazzinato sotto forma di energia che, assieme a quella generata dal secondo tocco del sensore, azionerà la chiusura delle foglie.

    Il secondo segnale, ipotizza Hedrich, contribuirebbe a far perdere rigidità alle cellule che compongono le foglie della trappola, causando la chiusura del meccanismo. A questo punto, la pianta può iniziare a sigillare la preda con cura per evitare che possa entrare aria nel suo "stomaco esterno", e inizia un processo di digestione che dura qualche giorno.

    Purtroppo il meccanismo di chiusura della trappola non è ancora stato completamente spiegato, come anche altri aspetti della digestione della Dionaea Muscipula. Uno di questi è ciò che si verifica quando la preda inizia a dimenarsi all'interno della trappola: la ricerca di Hedrick sembra dimostrare che la Venere acchiappamosche sfrutti un ormone chiamato jasmonato, generalmente emesso dalle piante come reazione di difesa in grado di innescare la produzione di sostanze repellenti o velenose.

    Quando, ad esempio, un bruco morde una foglia, la pianta colpita emette jasmonato per dare inizio ad una reazione difensiva, come produrre veleno in grado di allontanare o uccidere il bruco. Sembra, quindi, che questa pianta carnivora, e probabilmente molte altre, siano state in grado di modificare un sistema di difesa in una strategia di attacco. "Normalmente, le piante si devono difendere contro i loro predatori. Le piante carnivore hanno stravolto questo meccanismo e mangiano i loro predatori" spiega Hedrick.

    A breve, il genoma della Dionaea Muscipula verrà completamente sequenziato e confrontato con quello di piante non carnivore imparentate con la Venere. L'obiettivo non è soltanto quello di esplorare l'evoluzione dei carnivori, ma anche di capire se la pianta sia in grado di capire la natura della preda appena catturata, e di produrre un cocktail di enzimi digestivi "personalizzato" sull'insetto.
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