L'isola dei favolosi

Chi gesticola ragiona meglio

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    GESTICOLARE aiuta a pensare meglio, a concentrarsi, a fissare nella memoria concetti
    importanti. Chi fa uso dei gesti, mentre parla, mentre studia, mentre comunica, ottiene risultati
    migliori. Nuovi studi provenienti dagli Stati Uniti lo confermano. Un buon oratore, in teoria,
    dovrebbe evitare di usare troppo le mani, in realtà i gesti sono fondamentali per trasmettere
    pensieri e conoscenza. Le frasi più ricordate sono quelle accompagnate da gesti significativi. Non
    si gesticola solo per farsi capire meglio, ma anche per aiutare se stessi, quando si spiegano
    concetti difficili, o quando la memoria a breve termine è sotto pressione.



    Sfatato il convincimento che "parlare con le mani" sia un atteggiamento maleducato, la caricatura
    di una macchietta dell'italiano irruento, ignorante e pasticcione, incapace di esprimersi senza
    l'ausilio dei gesti. I gesti sono utili, anzi: fanno la differenza. È dimostrato da studi scientifici che il
    70-80 per cento dell'informazione arriva al cervello attraverso gli occhi, attraverso quello che
    vediamo, a conferma di quanto la gestualità sia una componente importante - se non
    fondamentale - della comunicazione. L'istinto che ci porta a gesticolare è fra i più radicati:
    gesticolano anche le persone che parlano al telefono; gesticolano i bambini piccolissimi;
    gesticolano i non vedenti quando parlano con altri non vedenti.



    E gesticolano ovviamente i leader politici. Barack Obama non lascia nulla al caso: tutti i suoi
    movimenti oratorii sono studiati a tavolino, i suoi gesti - preferibilmente dall'alto in basso -
    somigliano spesso a quelli di un attore. Sarkozy è invece il premier che si lascia trascinare più di
    ogni altro dalle emozioni, si tocca spesso il naso, agita le braccia, non ha paura di risultare più
    latino e più mediterraneo di un italiano o di uno spagnolo. Se Berlusconi è spesso folcloristico e
    tende a gesticolare di più quando è alterato, il suo collega Zapatero è nella media: gesti misurati e
    convenzionali i suoi. I leader più controllati sono Gordon Brown, cui spesso trema la mano destra
    quando è in difficoltà, e Angela Merkel, oratrice dai gesti classici e mai convulsi, molto sorvegliata
    e attenta, a volte sembra addirittura avere le mani legate.



    Sostiene l'antropologo Demond Morris, l'autore de "La scimmia nuda", che le mani sono per gli
    esseri umani ciò che la bacchetta è per un direttore d'orchestra. E poiché si ritiene che il
    linguaggio non verbale rappresenti il 55 per cento della comunicazione, tanto vale assecondare
    l'istinto e lasciare che sia il corpo - in particolare le mani - a parlare per noi, o con noi.
    Ha debuttato in questi giorni su Fox, canale di Sky, la serie di telefilm "Lie to me", che racconta le
    indagini di un ex agente di polizia rilevatore infallibile di inganni e menzogne: il segreto è nel
    sapere interpretare e riconoscere il linguaggio delle mani, che spesso denunciano
    involontariamente reticenze e bugie.



    Gesticolare ha un notevole impatto sullo sviluppo cognitivo secondo uno studio congiunto
    dell'Università di Pittsburgh, dell'Università di Chicago e del nostro CNR. Sono stati analizzati
    bambini italiani e americani: è stato dimostrato che in entrambe le culture i bambini che
    gesticolano hanno maggiore facilità nell'apprendimento e nello sviluppo linguistico complessivo.


    Un altro studio dell'Università di Chicago sfata lo stereotipo secondo cui a parlare con le mani
    siano soprattutto persone di estrazione sociale modesta. I ricercatori hanno monitorato 50 famiglie
    con bambini che avevano da poco compiuto un anno; i piccoli di ceto sociale elevato hanno
    dimostrato un'attività di gesticolazione più intensa e vivace degli altri e hanno espresso in un'ora e
    mezzo 24 significati gestuali contro i 13 espressi da bambini di famiglie più svantaggiate.
    Gesticolare non serve solo a esprimersi meglio, ma anche a imparare, a fare più spazio nella
    memoria e ad acquisire nuove nozioni e capacità, come dimostra una ricerca della psicologa
    Susan Wagner Cook pubblicata su "Science": sono stati analizzati due gruppi di bambini delle
    elementari che dovevano cimentarsi con degli impegnativi esercizi di matematica. I bambini del
    primo gruppo sono stati invitati a gesticolare liberamente, agli altri è stato chiesto espressamente
    di tenere ferme le mani. I primi hanno risolto i loro problemi molto più brillantemente dei secondi.

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0 replies since 20/5/2010, 23:10   196 views
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