L'isola dei favolosi

Il sangue di S.Gennaro

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    FEDE


    Sono passati secoli e secoli dal 19 settembre 305 giorno in cui nei pressi della solfatara di Pozzuoli avvenne la decollazione di San Gennaro: la lama del carnefice con un colpo secco recise il capo del martire
    Una donna pietosa furtivamente ne raccolse il sangue in due ampolle di vetro per farne oggi una reliquia oggi celebre in tutto il mondo, conservata , dopo varie traslazioni nella cappella del Tesoro in Duomo.
    Nel 431 in occasione del trasferimento delle requie del Santo da Pozzuoli a Napoli un'altra donna presentò al vescovo ed altri rappresentanti dell’alto clero le due ampolle contenenti il sangue coagulato del martire.
    Sangue che, quasi per attestare la veridicità della donna , si liquefece all’improvviso sotto gli occhi dei presenti e di una folla accorsa gridando al miracolo.
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    Il sangue contenuto nelle ampolle di vetro di foggia antica è ancora oggi oggetto di profonda venerazione con le altre reliquie conservate nel Duomo di Napoli.
    I grumi rappresi scuri e solidi spontaneamente si sciolgono.
    Il sangue ribolle ed assume il colore rosso vivo.

    La liquefazione avviene di solito accompagnata dalle fervide preghiere ed insistenti invocazioni al Santo.
    Le modalità con le quali avviene lo scioglimento: tempo, intensità del sangue sono considerate di buon auspicio per la città se avvengono senza indugi, nel caso contrario sono di segno sfavorevole.
    Il miracolo si ripete regolarmente due volte nell’anno: a maggio ed a dicembre ed in circostanze particolarmente rilevanti per Napoli come ad esempio la visita di qualche personaggio importante, la minaccia di sciagure naturali etc.

    Per la prima volta fu annotata la liquefazione del sangue di San Gennaro nel 1389 sulle pagine del "Chronicon Siculum". Da quel momento in poi studiosi, scienziati e ricercatori si sono sbizzarriti nello scrivere su questo insolito fatto.

    Fino ad oggi nessuno è riuscito a trovare la soluzione del mistero. Di conseguenza attorno al sangue di San Gennaro sono cresciute numerose leggende e superstizioni.


    SCIENZA


    La Chiesa non definisce un miracolo lo scioglimento del sangue di San Gennaro, ma un fatto mirabolante ritenuto prodigioso dalla tradizione religiosa popolare, essendo impossibile, allo stato dell'attuale conoscenza dei fatti, un giudizio scientifico attestante la non spiegabilità scientifica del fenomeno della liquefazione (si ricorda, a tal proposito, che il giudizio di non spiegabilità scientifica della commissione medica dell'apposita congregazione vaticana è condizione necessaria perché del fatto sia ammesso il culto come "miracolo".)

    Alcune recenti analisi spettroscopiche sostengono che nelle ampolle conservate nel Duomo di Napoli sia presente emoglobina umana, anche se una risposta chiara sulla natura della sostanza potrebbe essere data solo da un'analisi diretta.

    La Chiesa finora non ha consentito il prelievo del liquido perché un'analisi invasiva potrebbe arrecare danno sia alle ampolle che al liquido in esse contenuto.
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    Tre ricercatori del CICAP (Luigi Garlaschelli, Franco Ramaccini, Sergio Della Sala) hanno fornito una prova scientifica sull'ottenibilità di uno "scioglimento" come quello che è alla base del cosiddetto "miracolo".
    Lo spirito dell'indagine del Cicap non è stato quello di indovinare esattamente la composizione della sostanza nell'ampolla, ma l'aver riprodotto i comportamenti più documentati della reliquia è servito a dimostrare che è possibile farlo e che era possibile anche all'epoca della sua comparsa, confutando così le affermazioni sull'irriproducibilità del suo comportamento o sull'impossibilità della scienza di spiegarlo.

    Il loro lavoro è stato pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Nature ("Working bloody miracles"[1], 10 ottobre 1991).
    Nell'articolo si avanza l'ipotesi secondo cui all'origine del cosiddetto "miracolo di san Gennaro" vi sia il fenomeno noto come tissotropia, la proprietà di alcuni materiali (detti apunto tissotropici) di diventare più fluidi se sottoposti a una sollecitazione meccanica, come piccole scosse o vibrazioni, e di tornare allo stato precedente se lasciati indisturbati (un esempio di questa proprietà è la salsa ketchup, che si può mostrare in uno stato quasi solido fino a quando delle scosse non la fanno diventare d'un tratto molto più liquida).

    I ricercatori hanno realizzato l'esperimento ottenendo una sostanza tissotopica, dal colore rosso sangue, col solo utilizzo di sostanze e materiali reperibili all'epoca a cui risalirebbero le ampolle (fine 1300):

    cloruro ferrico, sotto forma di molisite, un minerale presente sul Vesuvio come in genere nelle zone vulcaniche;
    carbonato di calcio, presente ovunque, per esempio nei gusci d'uovo, che ne sono una fonte pura al 93,7%;
    sale comune;
    acqua.
     
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    Ma tu hai mai assistito al "miracolo"?
     
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    No , mai andata.
    Devi sapere che io sono per... i privilegi. .
    Se mi si garantisce un posto in prima fila, mi sta bene.
    Se devo fare a spintoni tra la folla... rinuncio a molte cose.
     
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  4. - Gianni -
     
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    Ho letto con molto interesse quanto scritto da CHAO a proposito del sangue di San Gennaro e, vorrei aggiungere che a Napoli, vi sono anche altre ampolle contenenti sangue di santi che, in alcune circostanze, producono lo stesso fenomeno. Tra gli altri si venerano il sangue di San Giovanni Battista, di Sant’Alfonso, di Santa Patrizia e quello di San Luigi, e quest’ultimo, non si è mai coagulato. Io ho avuto modo di assistere alla liquefazione di quello di San Gennaro, ma non da vicino, mentre per quello di Santa Patrizia, che è custodito nella Chiesa di San Gregorio Armeno, il prodigio si è verificato a pochissima distanza da me e l’ho potuto osservare con molta attenzione.
    Per quanto riguarda poi lo studio del CICAP, devo dire che i tentativi di riprodurre in laboratorio la liquefazione del sangue di San Gennaro non sono stati pochi nel corso dei secoli e, tra gli altri, famoso fu quello che realizzò, nel ‘700, Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, e che gli causò non pochi problemi con l’autorità ecclesiastica. Per quanto riguarda la ricerca del CICAP, credo che non possa trovare alcuna relazione con quanto avviene per la liquefazione del sangue del santo Patrono di Napoli. Il cosiddetto “miracolo”, infatti, avviene o non avviene, indipendentemente da qualsiasi sollecitazione o movimento della teca che contiene le ampolle, dal loro trasporto o meno in processione, dalla temperatura ambientale, ecc., e ciò è ampiamente documentato da diversi secoli a questa parte.
    Anche al di fuori di Napoli, a Ravello, in occasione della Festa di San Pantaleone, il sangue di questo santo si scioglie, e ho notizia che ciò avviene anche per altri santi, in altre chiese d’Italia.
    Sono stato molto sintetico per ovvi motivi ma, chi volesse ulteriori ragguagli potrà senz’altro chiedermeli.
     
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    Molto interessante quello che hai scritto, Gianni, :si: Grazie!!!

    Non sapevo di tutte queste liquefazioni
    Probabilmente da inesperta in materia posso dire che basta togliere l'elemento "piastrine" dal sangue, e il sangue rimane sciolto.
    No!!! :no: non sto parlando a vanvera :( ho visto mio povero suocero morire, malato di leucemia, a cui mancavano le piastrine nel sangue, in vita aveva centinaia di piccole emorragie sottopelle, e quando è deceduto a distanza di 36 ore e passa, gli sgorgava sangue liquido dagli orifizi, tanto che hanno dovuto chiudere e sigillarlo prima del tempo.

    Quindi per deduzione, credo che un semplie lavoratorio si possa fare la scissione e togliere l'elemento coagulante,
    Però questo è il mio pensiero da ignorante ;)
     
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  6. - Gianni -
     
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    Si, Farfallina, ma ciò che è straordinario in queste reliquie, è che il sangue passa dallo stato solido a quello liquido, per poi coagularsi di nuovo, e ciò indipendentemente da qualsiasi fattore o influenza esterna. Il fenomeno, poi, non è necessariamente periodico e alcune volte non si verifica. Per quello di San Gennaro, che è il più noto e il più studiato, quando si liquefa aumenta di volume. La scienza in tutti questi secoli non è riuscita a dare a tutto ciò una spiegazione plausibile e le ampolle, da sempre sigillate, custodiscono un mistero che soltanto la fede riesce a far comprendere.
     
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    CITAZIONE
    custodiscono un mistero che soltanto la fede riesce a far comprendere.

    Già solo la fede può comprendere, infatti, una volta ero più credente e non avevo tutti questi dubbi. oggi mi è un pò più difficile pensare ai miracoli, cerco sempre una spiegazione logica
     
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  8. - Gianni -
     
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    Avere dei dubbi, a proposito di questi fenomeni prodigiosi, non significa essere più o meno credenti. Anche la Chiesa, infatti, nel merito, non si pronuncia.
    Il tuo scetticismo è pertanto comprensibile, anche se forse è determinato da episodi della tua vita, che nulla hanno a che fare con questi presunti miracoli, ma ti hanno un po’ distolta dalle tue precedenti convinzioni religiose. Non è così?
     
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7 replies since 16/4/2007, 14:55   112 views
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