L'isola dei favolosi

I Proverbi di Natale

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    I francesi dicono “tant crie l’on Noël, qu’il vient”; a furia di dire Natale, questo arriva; e infatti è quasi già qua.

    E dato che i milanesi ricordano che “l’è minga Nadal sénza règall”, le case pullulano già di pacchettini multicolori contenenti la nostra tredicesima: ciò dimostra la verità del proverbio spagnolo “a Natale senza soldi si sta male”.

    Un tempo, per molti il Natale era l’unico periodo dell’anno in cui si mangiava (“a Natale, grosso o piccino, su ogni tavola c’è un tacchino”); questa era condizione comune ovunque, dalla Germania - “Fino a Natale lardo e pane, dopo Natale freddo e fame”- alla Sicilia “Avanti Natali, né friddu né fami; doppu Natali lu friddu e la fami”: oggi le cose vanno meglio per molti, ma forse peggio per tanti.

    In ogni modo, secondo l’antica saggezza popolare, la vera importanza del Natale pare essere quella delle condizioni atmosferiche; innanzitutto, il tempo del 25 dicembre sarà uguale a quello del 1° novembre: “il tempo dei Santi è quello di Natale”, ergo fate uno sforzo di memoria e abbigliatevi di conseguenza.

    Poi è indubbio che se a Natale splenderà il sole, a Pasqua il tempo sarà orribile, con tanto di neve e gelate: “verde Natale bianca Pasqua”; “Natale al balcone e Pasqua al tizzone”; “A Natale il solicello, a Pasqua il focherello”; “Se Natale ha mosche, Pasqua ha ghiaccioli” e così via.

    E se questo in fondo può creare problemi solo per la scelta del luogo dove trascorrere le vacanze pasquali, pare che i problemi veri siano quelli delle campagne con previsione di pessimi raccolti: “se lucciano le stelle la notte di Natale, semina ai monti e lascia star la valle”; “quando Natale mette erba, se tu hai grano tu lo serba”; “chiaro Natale, rari covoni”; “Natale sereno covoni di meno” e così via.

    Però un Natale bello fa felici i vignaioli perché “Natale bagnato, botti vuote” mentre “Luna chiara a Natale riempie cantina”.

    In compenso, sole o neve che sia , da quel dì dovrebbe esserci un crescendo di freddo becco -“da Nadal un fredo coral (che stringe il cuore), da la Vecia (Epifania) un fredo che se crepa” (veneto)- e si allungheranno le giornate: “a Natale il giorno cresce un passo di mosca, all’anno nuovo un passo di gallo, all’Epifania un salto di cervo” (prov. russo).

    Se gli inglesi osservano acutamente che ““Natale viene una sola volta all’anno” e Ambrose Bierce lo definiva poeticamente “giorno speciale, consacrato allo scambio di doni, all’ingordigia, all’ubbriachezza, al sentimentalismo più melenso, a domestiche virtù e alla noia generale”, Agatha Christie giurava che il 25 fosse “il giorno perfetto per gli omicidi”.

    Forse si riferiva al famigerato detto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, tradizione considerata da molti meravigliosa, da altri solo un pesante obbligo.

    Comunque lo si passi, si spera sempre di trascorrerlo in serenità, senza litigi (“A Nadal la mare cria al par” - friulano - la madre litiga col padre: si litiga sempre insomma) e armandosi di santa pazienza, ricordando che in fondo tutta “la vita è come un albero di Natale: c’è sempre qualcuno che rompe le palle”.

    Mo vene Natale
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